Lo sviluppo tecnologico e la recente pandemia di Covid-19 stanno rapidamente rimodellando il lavoro e le abilità richieste in tutti i settori.
L’unico antidoto al continuo cambio di paradigma a cui siamo esposti è investire nella formazione e aggiornare le competenze e le abilità secondo le nuove esigenze del mercato.
La formazione nel mondo
Nel nuovo mondo del lavoro occorre promuovere una mentalità di apprendimento permanente.
Le aziende all’estero riconoscono questa esigenza, e il World Economic Forum ha rilevato che il 95% delle aziende negli Stati Uniti e il 98% nel Regno Unito prevede di riqualificarei propri dipendenti.
Anche le persone sentono questa necessità: secondo uno studio il 73% degli adulti statunitensi si considera uno studente per tutta la vita, avverte l’utilità di un continuo aggiornamento professionale.
Investire nella formazione con contenuti di livello e apprendimento pratico può aumentare la fidelizzazione dei dipendenti e rendere le aziende più attraenti per i giovani talenti.
Attualmente, a livello globale, siamo lontani da questo risultato: solo il 34% dei dipendenti si dichiara soddisfatto del proprio luogo di lavoro e degli investimenti della propria azienda rivolti al miglioramento delle proprie competenze.
La formazione in Italia
Molto diversi sono i dati delle previsioni che riguardano gli investimenti in formazione delle aziende nel nostro paese.
Un report a cura di Fondirigenti ha evidenziato che solo il 60% delle nostre aziende dedica un capitolo di spesa alla formazione, contro una media europea del 75%.
Il risultato reale è che solo il 41% delle imprese ha avviato corsi di formazione o aggiornamento. Dal sondaggio emerge anche che l’80% dei dipendenti si sente sotto pressione e ritiene il proprio posto di lavoro minacciato dalla continua evoluzione tecnologica e dalla mancanza di crescita professionale.
La situazione appare ancora più critica se consultiamo i dati forniti da Eurostat, l’ente statistico dell’Unione Europea, che rileva periodicamente il tasso di partecipazione a corsi di formazione, aggiornamento e re-skilling della forza lavoro del continente compresa tra i 25 e i 60 anni.
Infatti, solo il 2,9% dei dipendenti italiani è coinvolto in questo tipo di attività: si tratta del terzo risultato più basso in Europa, con una percentuale di poco superiore a Bulgaria e Slovenia.
Rispetto alla media europea siamo al di sotto di 10 punti percentuali e lontanissimi dal 23,5% della Germania, il 28,5% della Svezia e il 29,2% del Regno Unito.
Investire nelle abilità umane
Nessuna carriera oggi può essere costruita su una singola abilità, occorre attuare un rapido e radicale cambio di mentalità.
I leader delle più importanti aziende nel mondo, incluso il CEO di Apple, Tim Cook, stanno assumendo nei ruoli chiave persone che non dispongono di una formazione prettamente tecnica o specialistica.
Le competenze umane, le cosiddette soft skills, stanno rapidamente diventando la qualifica più ricercata dalle aziende e nei prossimi anni occorrerà investire sempre di più nello sviluppo di queste capacità.
Le abilità umane non sono tecniche ma non per questo sono meno preziose o più facili da apprendere.
Includono una gamma di abilità cognitive, sociali ed emotive, come creatività, pensiero critico, interpretazione delle informazioni, processo decisionale e comunicazione.
Comprendono anche facoltà emotive che fanno parte dei principali tratti comportamentali dell’uomo, come la resilienza, l’empatia e l’intelligenza emotiva.
Un'altra tendenza è la crescita dell’importanza di quelle attitudini che consentono ad altri di svilupparsi o riqualificarsi.
In futuro saranno sempre più preziose capacità come la gestione del cambiamento, dello sviluppo professionale e delle risorse umane.
Insieme all’esigenza di aggiornarsi assume uguale importanza quella di fornire una guida qualificata a dipendenti e dirigenti.
Un aspetto molto importante per il futuro nel mondo del lavoro è l’integrazione tra abilità umane e tecnologia.
Abbiamo bisogno delle competenze umane per utilizzare in modo efficace ed etico quelle digitali, nonché per creare le strutture e le tecnologie attraverso le quali le competenze digitali evolvono.
Allo stesso modo, le competenze digitali possono migliorare le nostre capacità umane. Parlare di abilità umane può sembrare un termine ovvio (siamo umani!), ma quando queste vengono fatte dialogare con la tecnologia questo confronto acquisisce un significato più profondo su cui dovremmo tutti riflettere.